Come studiare i kanji parte 2
Nella parte 1 abbiamo visto come decidere quali kanji studiare, o meglio in che ordine, a seconda dell’obiettivo che vi ponete. Oggi vediamo invece come studiare.
Come studiare
Veniamo ora alla parte fondamentale: una volta trovati quali kanji studiare in base al vostro obiettivo, come studiare i singoli kanji.
I radicali
Prima di tutto, quando guardate il kanji, non pensate ai singoli tratti, ma fate attenzione ai suoi componenti. Ad esempio:
四 先 元 兄 売
Se guardate bene, vedrete che tutti hanno in comune i due segnetti fatti così: 儿
Oppure:
広 店 度 庭 府
Tutti questi kanji hanno in comune il componente 广
Man mano che studiamo i kanji, possiamo notare che i componenti che li compongono, anche se un po’ più schiacciati o in posizioni diverse, sono più o meno sempre gli stessi, Questi componenti si chiamano radicali.
In tutto esistono 214 radicali. Di questi fanno parte anche delle sillabe di hiragana e katakana e anche alcuni kanji.
Ad esempio il kanji di luna è sia un kanji a sè, che un radicale quando è parte di un altro kanji. Lo stesso vale per il kanji del sole.
Kanji 月
Kanji con radicale 月 -> 明, 有, 青, 前, 朝, 胃
Kanji 日
Kanji con radicale 日 -> 早, 時, 白, 百, 音, 春
Imparare con le storie
Uno dei libri più famosi per lo studio dei kanji è “Remembering the kanji” di James W. Heisig. Questo libro spiega come, per ricordarsi il significato dei kanji, si possano costruire delle frasi o storie basate sui radicali che li compongono.
Ad esempio il kanji
専
che significa specialità, è un insieme di 十 dieci, 田 campo di riso e il radicale 寸 colla: da qui la frase “10 campi di riso incollati assieme sono una specialità”.
Ovviamente la frase di per sè non vuol dire nulla, è solo un modo per ricordarsi dei componenti del kanji e del suo significato.
Nota: nel libro si parla solo del significato dei kanji e non delle sue pronunce o di parole esempio.
Qui sotto un miniestratto del libro.

Le pronunce
Quasi tutti i kanji hanno più pronunce onyoumi e kunyoumi.
Per esperienza, vi dico che non serve a nulla impararle così come sono, diventa un esercizio di memoria piuttosto estenuante. Il mio consiglio è di studiarle tramite parole in cui compaiono. Ad esempio, per il kanji 月 mi ricordo le 3 parole:
- 月 tsuki (luna)
- 月曜日 getsuyoubi (lunedì)
- 一月 ichigatsu (gennaio)
Da queste quindi mi ricordo che le pronunce sono tsuki, getsu e gatsu.
Man mano che studiavo i kanji, io mi sono fatta un quaderno con parole di cui fanno parte. Molto utile è segnarvi parole in cui i kanji che compaiono oltre a quello che state studiando li conoscete già.
Carta vs digitale
Per come sono fatta io, scrivere su carta mi aiuta a imparare e a ricordare.
Ad esempio se scrivo su un foglietto la lista della spesa, anche se la dimentico a casa, quando sarò al supermercato ricorderò la maggior parte delle cose da comprare. Se invece la scrivo sul cellulare e poi questo me lo dimentico a casa, ricorderò al massimo il 30% della lista.
Lo scrivere a mano quindi mi aiuta a ricordare.
Questo potrebbe valere per voi come no.
C’è gente che si trova bene a scrivere più volte il kanji e magari si fa a mano le flashcard. Altri che invece si trovano meglio con la loro versione digitale, quindi con programmi come Anki o Wanikani. Altri ancora scrivono inizialmente più volte il kanji per impararlo una prima volta e poi usano le flashcard digitali per ricordarlo a lungo termine.
Insomma, potete usare l’approccio che preferite che sia carta, digitale o una combinazine dei due, ma riflettete bene su cosa vi viene più facile e, se non avete idea di quale scegliere, provateli tutti prima di decidere.