13) Introduzione ai Kanji
3 marzo 2020
Ah i Kanji…croce e delizia di chi studia giapponese. Così belli nella loro particolarità, quasi poetici, ma anche grande fonte di stress quando non si sa come affrontarli.
Innanzitutto cosa sono i kanji? Per cosa si usano?
La parola kanji 漢字 letteralmente vuol dire caratteri degli Han, dove gli Han erano una stirpe cinese.
Sono quindi caratteri importati dalla Cina quando ancora il Giappone non aveva un sistema di scrittura. Hiragana e Katakana infatti sono arrivati molto dopo e generati dalla necessità di rendere più semplice quello che si poteva.
Nella lingua giapponese i kanji si usano per radici di verbi e aggettivi, per sostantivi e nomi propri di persone e luoghi giapponesi e cinesi.
Ma se sono stati importati dalla Cina perché non hanno lo stesso significato che hanno nella lingua cinese?
1 – le lingue si evolvono nel tempo e i kanji sono stati importati in tante epoche diverse
2 – le lingue cambiano anche in base alla regione e i kanji sono stati importati da tante regioni diverse della Cina (…e la Cina è maledettamente grande!)
3 – una volta importati, i kanji hanno continuato ad evolversi cambiando pronuncia e/o significato. Questo è avvenuto in contemporanea sia in Cina che in Giappone.
4 – di sicuro ci sono stati anche errori di importazione. Giapponesi che vedevano kanji cinesi sotto la figura di un certo pesce, ma essendo la figura disegnata a mano e quindi molto fraintendibile, finiva che quel kanji veniva associato a un altro tipo di pesce. Si fa questo esempio nella serie Nihonjin no Shiranai Nihongo, che vi consiglio di guardare. Spiega come lo stesso kanji in cinese rappresenti lo storione mentre in giapponese indica invece il tonno. Vi lascio lo spezzone qui sotto.
Insomma per cambiamenti nel tempo, nel luogo o per errori alla fine i kanji cinesi e quelli giapponesi sono diversi, c’è poco da fare.
Per cui per rispondere a chi di solito chiede se è più facile studiare il giapponese sapendo il cinese o viceversa la risposta è NI.
Può essere più facile perchè magari si è già abituati a imparare i kanji quindi si ha già un metodo di studio strutturato, ma è anche più difficile perchè si rischia di fare confusione sullo stesso kanji che quindi nelle due lingue ha significati diversi.
Ma torniamo a noi.
Perchè i kanji sono così difficili?
1 – Sono tanti, ma tanti tanti. Nemmeno i giapponesi li sanno tutti.
2 – Noi occidentali quando studiamo siamo più abituati a ragionare invece che imparare a memoria. I giapponesi invece hanno metodi di studio diversi che implicano tanta memorizzazione (e comunque neanche per loro è facile)
3 – Lo stesso kanji si può leggere in maniere diverse e questo complica le cose perché, soprattutto all’inizio, genera confusione.
Vediamo una flashcard di un kanji. Vi ricordate la storia di Urashima Tarou della scorsa settimana? Vi avevo riportato la favola scritta totalmente in hiragana a parte per un kanji: 日


Questa è una flashcard con traduzione in inglese, sono quelle più diffuse che troverete facilmente online.
In ogni caso di solito nelle flashcard gli elementi che troverete sono:
1 – simbolo e ordine dei tratti
2 – lettura on
3 – lettura kun
4 – significato
5 – esempi (facoltativo ma ci sono quasi sempre)
1 – simbolo e ordine dei tratti
Come per hiragana e katakana anche i kanji hanno un ordine ben definito. Più avanti vedremo che non serve imparare esattamente l’ordine dei singoli tratti ma l’ordine dei radicali (e cosa sono i radicali?? abbiate pazienza, questo lo vedremo più avanti).
2 – lettura ON o meglio onyoumi 音読み: è la lettura di derivazione cinese. Si usa per leggere il kanji quando è associato ad altri kanji nel formare una parola.
3 – lettura KUN o meglio kunyoumi 訓読み: è la lettura nativa giapponese. Si usa nel pronunciare il singolo kanji, cioè quando è scritto da solo.
Come si fa a sapere come leggere un kanji?
Tanto studio, certo, ma per studiare ci vengono in aiuto i furigana, cioè la trascrizione in hiragana della pronuncia del kanji scritta in piccolo proprio sopra il kanji in questione. In questo modo si può imparare la pronuncia corretta del kanji inserito in un determinato contesto. Questo modo è più facile e a mio parere più sensato che studiare tutte le eventuali pronunce (alcune sono talmente rare che non vengono mai utilizzate quindi perchè studiarle? Non è pigrizia, è efficienza 😉 )
Ok, abbiamo capito cosa sono i kanji, che non sono facili ma questi famosi radicali (che vedremo più avanti) e i furigana ci potranno aiutare e che esistono diverse letture.
E ora la domanda da un milione di dollari…
Ma quanti sono i Kanji?
Difficile dirlo, la lingua si evolve continuamente creandone di nuovi e eliminandone di vecchi. Gli stessi giapponesi conoscono “solo” qualche migliaio di kanji, in particolare:
- Nei sei anni di scuole elementari i bambini imparano tra i 100 e i 200 Kanji all’anno per un totale di 1006 kanji.
- I Kanji totali della scuola dell’obbligo (dai 6 ai 15 anni) sono 2136.
- I giapponesi che poi studiano alle scuole superiori e in seguito all’università arrivano a conoscerne tra i 3000 e i 4000.
Diciamo che per parlare il giapponese nel suo uso quotidiano ne servono circa 2000. Non disperate, lo studio dei kanji richiede determinazione e pazienza e viene col tempo. Potrete lo stesso iniziare a parlare e a leggere in giapponese imparandoli man mano.
Dopo questa panoramica che spero non vi abbia depresso troppo, vi annuncio che nella prossima lezione faremo qualcosa di più semplice e immediatamente spendibile: impareremo come salutare e ringraziare.
Alla prossima settimana!
Complimenti! Sai spiegare davvero bene, è pure gratis!!!
Grazie, questo tuo spazio è una risorsa fantastica!